LIBRI DA LEGGERE

Libri da leggere

Libri da leggere 2018.

Conto una trentina di libri mai letti e le solite numerose riletture. In questo mucchio, segnalo alcuni titoli.

Armi, acciaio e malattie
Jared Diamond, Einaudi
Rilettura

È un libro del 1997. Ha più di vent’anni. Eppure, si apre con una domanda che andrebbe ricordata quotidianamente, una domanda-antidoto, una domanda-mantra. La domanda grossomodo dice: “Perché i bianchi hanno tutto e i neri niente?”. Già. E ancora, perché il mondo è europeo e non asiatico, africano o americano (nativi)? Perché gli europei hanno sterminato le popolazioni indigene del nuovo mondo e non viceversa? Perché, insomma, non siamo stati scoperti (e conquistati) noi da loro? Perché abbiamo addomesticato il cavallo? Da dove arriva la cosiddetta “cultura europea”? Eccetera. Questo libro ha un chiaro intento divulgativo e due particolarità interessanti. Prima. Oggi che la non-fiction vuole guardare parecchio avanti, sulla linea del tempo, questo libro guarda parecchio indietro. Seconda. Viene dato ampio spazio ai movimenti e alle evoluzioni delle popolazioni non europee.
SPOILER: Gli europei non sono particolarmente intelligenti o svegli. Hanno “solo” avuto parecchio culo. Regaliamolo a Salveeeneee e agli amici di Salveeeneee.
Rileggiamo questo libro anche nel 2019.

Ispirazione Occitana
Simone Weil, Farinaeditore
Prima lettura

Continuo a studiare Simone Weil. E grazie tante, direte voi. È immensa. È l’intelligenza più pura con la quale ci siamo relazionati. Avete ragione, amici. Nel 2018 ho letto altri gran libri di o a tema Simone Weil. Cito in particolare “Vita di Simone Weil”, Adelphi, e “Leggere Simone Weil”, Quodlibet. Due bombe enormi e due mappe indispensabili per muoversi all’interno del pensiero della Weil. Ma questo micro libro di 40 pagine e 5 euro è perfetto per approcciare la filosofa francese. Come sempre decentrata e coraggiosa, racconta lo spirito occitano tra il X e il XII secolo, il “vero rinascimento”. Spara ovviamente a zero su impero romano e Israele. Spiega l’importanza dei contrari e della media ponderata. Rammenta la bellezza di un’obbedienza che non proceda dall’obbligo coatto ma da una volontà superiore, oltreuomo, a cui tendere. Giura amore eterno a Platone. Rifiuta ancora una volta il concetto di forza. Prefigura buona parte della società odierna.
Regalatevi questo libro.

Critica e finzione
Ricardo Piglia, mimesis
Prima lettura

Il 2018 è stato il mio anno Piglia. Sono andato in fissa. È un autore che conoscevo e che avevo già letto ma che, probabilmente, ho decifrato in assenza. Cito un mio post su Facebook, mi autocito, sì: “Qual è il libro che ha precorso i giorni che viviamo, mi sono chiesto. Ci “deve” essere. Sono “sicuro” di averlo letto. La relazione specifica tra verità e finzione, le narrazioni dei centri di potere e le contronarrazioni delle comunità, l’interruzione (la superficialità) dei discorsi, l’importanza delle storie e delle utopie, il ruolo della letteratura, del linguaggio e (finalmente) del lettore, i rapporti tra donne e uomini, tra pensiero e azione, l’anti-intellettualismo e i complotti e persino il transumanesimo, l’intelligenza artificiale, la singolarità tecnologica. Qual è? Lo cercavo dalla parte sbagliata della libreria, non lo trovavo. Poi ho riletto La città assente di quello spessone di Ricardo Piglia e boom, eccolo lì”.
Si capisce il mio entusiasmo? Ho letto o riletto quasi tutto di Ricardo Piglia quest’anno. Tra i tanti libri enormi cito Critica e finzione perché è un libro di interviste che contiene o prefigura tutta l’opera fiction di Piglia. E questa cosa mi sembra magnifica. Mi sembra magnifico trovare questo genere di commistione in un autore. Questa assenza di confini, questa dottrina compiuta. Cito anche Solo per Ida Brown perché c’è dentro Unabomber e perché è il libro più simile a Respirazione artificiale ma non è Respirazione artificiale (Respirazione artificiale è semplicemente obbligatorio).
Piglia è un gigante della letteratura.
Continuerò a leggere i libri di Ricardo Piglia* che, per quanto mi riguarda, è ormai una coordinata imprescindibile per orientarmi nella contemporaneità.

*Libri di Ricardo Piglia fortemente consigliati (non ho ancora finito di leggere Soldi bruciati [comunque minore] e Bersaglio notturno [che invece promette benone]; non ho ancora letto L’invasione e naturalmente I diari di Emilio Renzi):

Respirazione artificiale, Edizioni Sur
La città assente, Edizioni Sur
Solo per Ida Brown, Feltrinelli
L’ultimo lettore, Feltrinelli
Critica e finzione, mimesis

Uno tra Realismo capitalista, Pretendi il futuro, Iperoggetti, Futurabilità
Mark Fisher, Nick Srnicek e Alex Williams, Timothy Morton, Franco Bifo Berardi, Not
Tutte prime letture

Il 2018 è stato anche l’anno dei libri Not. Not è una casa editrice (e anche una rivista) che seleziona titoli e argomenti contemporanei e radicali. È una figata. Per dire: sono talmente pheeeghi che non rispondono alle mail. Capite? Siamo a questo livello di figaggine. No, dico davvero, fanno un preziosissimo lavoro di diffusione. Nel 2018 ho letto almeno 4 libri enormi editi da Not: Realismo capitalista di Mark Fisher, Pretendi il futuro di Nick Srnicek e Alex Williams (che a mio avviso è una sorta di sequel di Realismo capitalista e da questa posizione andrebbe letto), Iperoggetti di Timothy Morton e Futurabilità di Franco Bifo Berardi. Leggermente meno interessante 6/5 di Alexandre Laumonier e invece un poco meh la raccolta Le visionarie, che pare slegata.
Non vedo l’ora di scoprire e di leggere le uscite 2019 di Not.

Una storia semplice
Leonardo Sciascia, Adelphi
Prima lettura

Perché è importante tornare alle storie? Perché dalle storie siamo circondati. Una storia semplice è un libro perfetto che di semplice, ovviamente, non ha nulla. Le narrazioni si ramificano senza soluzione di continuità, le versioni assumono autonomia, la Storia si intreccia con le storie, le utopie lottano per sopravvivere mentre i centri di potere impongono una narrazione. Lo viviamo quotidianamente. E poi Una storia semplice è un poliziesco. Dovremmo imporci una dieta ricca di polizieschi e imparare a dare la caccia ai criminali. Spesso i criminali sono coloro che narrano. I narratori nelle società antiche erano anche i capi. E lo sono ancora. I narratori più insistenti, oggigiorno, infatti, sono i politici.

Menzione speciale
Il manoscritto di Brodie
Jorge Luis Borges, Adelphi
Rilettura

Nel 2018 ho riletto per l’ennesima volta Il manoscritto di Brodie di Borges. Ma questa volta l’ho fatto da una posizione nuova, da una posizione scemo chi legge.
“Non so se la storia sia vera; quel che conta adesso è che sia stata raccontata e che ci abbiano creduto”.

*

Libri da leggere 2017

Non ho tenuto il conto dei libri letti nel 2017 perché mi annoia. E poi, secondo me, non è importante quanto leggi oppure quanto velocemente leggi. È importante quanto ti piaccia leggere ed è importante come leggi. Lo sostengo ogni volta che saltano fuori le Statistiche Sulla Lettura In Italia, che sogliono essere prive di significato. Ridondo. Dire “abbiamo perso enne lettori rispetto allo scorso anno” non significa necessariamente che in Italia si legga meno. Pochi lettori possono leggere più di molti lettori. Dire “abbiamo venduto enne libri in meno allo scorso anno” non significa necessariamente che in Italia si legga meno. Pochi libri possono venire letti infinite volte. Si potrebbe vendere anche un solo libro in un anno e leggere di più rispetto a prima, a dopo, rispetto a qualsiasi lasso di tempo anteriore o posteriore. O, al contrario, aumentare le vendite e impilare i libri in cantina, usarli per imbiancare casa, fare i selfie, soffiare il naso, robe del genere. Comprare più libri significa leggere di più? Figuriamoci.
Sono numeri che non hanno contesto e ognuno può utilizzarli a seconda delle proprie necessità di narrazione. Con gli stessi numeri o approssimazione di numeri io racconto che “non significa necessariamente che in Italia si legga meno”, altri – praticamente chiunque – il contrario.

Comunque: a me piace leggere. E anche rileggere. E quest’anno ho letto alcuni libri molto belli. Eccoli qui. I più belli.

Massa e potere, Elias Canetti, Adelphi, 615 pagine

L’ultimo libro dell’anno. Forse il migliore. Anch’io, come Canetti, sono “ossessionato” dalla massa. Nel senso che cerco di evitarla il più possibile. Non evito invece i “libri-tentativo”. Ogni autore ha un libro-tentativo. Possiamo chiamarlo anche “libro-ambizione” o “libro-vita”. Per quanto riguarda Canetti pare fosse proprio Massa e potere, pubblicato dopo una gestazione di oltre 30 anni. Dentro c’è tantissima roba. Soprattutto c’è lateralità di sguardo e originalità di analisi, la cifra delle intelligenze più pure. Il libro è un’indagine antropologica, sociale, psicologia e simbolica che ha il merito di evitare le sovrastrutture – i critici hanno sottolineato come manchino i riferimenti a Freud e Marx – per cercare un’osservazione maggiormente libera e individuale. Sarebbe folle e presuntuoso pensare di avere esaurito Massa e potere dopo una lettura, ovvero dopo una decodificazione di simboli convenzionali. È un libro che può accompagnare solo (cit.) il lettore senza soluzione di continuità e che non vede l’ora di essere messo in relazione ad altri libri, ad altri autori. Da rileggere per sempre. Da consultare al bisogno. Super consigliato.

Le origini religiose della persecuzione nella storia, Barrington Moore Jr, Sellerio, 175 pagine

[Al mare vendevano Sellerio con sconto 80%!] Di come la religione abbia applicato e per taluni aspetti inventato i concetti di purezza e di contaminazione. Dalla prefazione: “Questo libro esamina quando e perché succede che gli esseri umani uccidano e torturino altri esseri umani che, a causa delle idee diverse che hanno in fatto di religione, politica ed economia, appaiono una fonte minacciosa di “contaminazione””. Si parla di Antico Testamento, cristiani, calvinisti, guerre di religione, rivoluzione francese, induismo, buddhismo, confucianesimo. È un libro di un’attualità sconcertante. Di un’accessibilità sconcertante. Un libro che ho pagato 3 euro e che spiega per benino alcuni aspetti della società nella quale mi muovo.

Capire il potere, Noam Chomsky, Il Saggiatore, 601 pagine

Le fake news prosperano perché c’è una fetta di utenza che predilige il formato “pensiero-chiavi-in-mano”. Scientemente. Non perché non ce la fanno. O perché sono tonti. Perché preferiscono così. E mentre continuiamo a seguire il dito e a domandarci come contrastare le fake news, che esistono da sempre, la luna se ne sta buona buona ad aspettare che qualcuno la guardi e si domandi quando cominceremo a ignorarle, le fake news. A smettere di parlarne. Quando cominceremo a scaricarle, esaurirle, disarmarle. La luna la guarda da sempre Noam Chomsky. Chomsky potrebbe essere un autore nazionalpopolare. I suoi libri si comprano in qualsiasi libreria. E sono super accessibili. Non hanno una “soglia di ingresso”. Non ci vuole un titolo di studio, una patente speciale o simili amenità. Che si parli di Medio Oriente o di America Latina, di propaganda o di sport, di anarchia o di economia. Chomsky è sempre il contrario dell’informazione generalista. Dell’informazione da divulgazione. Dell’informazione attaccabile oppure manipolabile. Aldilà di come la si pensi politicamente (Chomsky è un anarchico) (anarchia non vuole dire “facciamo tutti il cazzo che vogliamo”, altro retaggio di propaganda che ci portiamo dietro) è un autore illuminante. E pericoloso. Leggere Chomsky non vuol dire prendere il Chomsky-pensiero e farlo diventare il nostro-pensiero. Altrimenti grazie tante. Vuol dire avere un fattore diverso, spesso sottaciuto, con il quale analizzare individualmente lo scibile.

Tre, Roberto Bolaño, edizioni sur, 197 pagine

Quest’anno è uscito un volume di poesie di Roberto Bolaño. Poesie inedite. Se parliamo di fiction, non sono molte le uscite che mi mettono i brividi, quelle che attendo sfogliando una margherita. Alcune volte ho l’impressione di avere già letto quanto mi interessava leggere. E allora rileggo. Rileggo tantissimo Borges e Cortázar (quest’anno è uscito Il giro del giorno in 80 mondi, non lo avevo mai letto, mi è piaciuto meno del solito). Rileggo Onetti e Rulfo. Rileggo i beat, Fante, Thompson. Rileggo il Beowulf e l’Iliade. Rileggo i racconti di Poe e Lovecraft. Ma quando esce un Bolaño inedito, ragazzi, parliamone. Anzi: leggiamone.

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